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Caro internauta,

Se hai qualche minuto ti racconto come stanno le cose qui in questa azienda agricola. Purtroppo i padroni sono sempre molto indaffarati. Corrono per andare a fare il fieno, rientrano tardi dall’alpe, oppure ancora bisogna cambiare il pascolo alle mucche. Quindi ci penso io a raccontarvi la storia. Quando ero più giovane ero più impegnato anch’io, nella conduzione delle pecore, oppure come guida turistica sui monti di Semione. Ma poi è arrivata Atras, una meticcia nera come la notte, e da quel momento sono mezzo in pensione. Io sono Jack, un Border Collie con un occhio marrone e uno celeste. Sono arrivato sette anni fa nell’azienda agricola biologica Scarp a Semione. Qui sono cresciuto con i sei figli delle due famiglie che gestiscono insieme l’azienda. Gli ho insegnato un sacco di giochi.
I due pilastri umani dell’azienda Scarp sono i fratelli Michele Togni e Simona Bruni con i rispettivi famigliari. Dicono che già i genitori vivevano di agricoltura. Allevavano pecore di razza bianca alpina e coltivavano la vigna. Con gli anni l’azienda si è ingrandita, dapprima con le vacche madri di razza Highland e in seguito con la costruzione di un piccolo agriturismo. Prima hanno costruito una stalla moderna per le pecore. Più tardi un’altra stalla gigantesca per le mucche. E ora stanno ultimando i lavori per un macello aziendale. La mia modesta cuccia non è mai stata ristrutturata.
Le pecore sono la mia passione. Ne abbiamo su per giù 170. Tra febbraio e maggio nascono gli agnellini. Dovreste vedere; sono appena grandi come il nostro micio (ma molto più carini!). A metà giugno vanno all’alpe tutti insieme in Val Camadra, a 2'000 metri s.m. Sono accompagnati dai miei due colleghi pirenei Caïd e Kiwi, che gli fanno la guardia giorno e notte. E da un pastore. Ma i veri protagonisti qua siamo noi. I miei due colleghi fanno un lavoro fondamentale per tenere lontani i predatori. Marcano il territorio, abbaiano, pattugliano. E guai a chi tocca le nostre pecorelle! In primavera e in autunno invece le pecore sono suddivise in diversi pascoli. Mentre l’inverno trascorrono in stalla, mangiando il fieno che noi facciamo durante l’estate (ma certo che aiuto anche io).
Le mucche invece non hanno bisogno di noi. Hanno le corna per difendersi dai predatori. E anche quando vengono spostate di pascolo in pascolo, di solito non viene chiesto il nostro intervento. Loro difendono i vitellini e perciò quando arriviamo noi invece di camminare si fermano. Anche le mucche passano l’inverno in stalla, dove partoriscono i vitellini (questi assomigliano di più alla mia collega Atras!). In primavera il gruppo viene diviso. Gli adolescenti vanno in colonia in Leventina, sui monti di Ces sopra Chironico, e in seguito sull’alpe Albei. Mentre le mamme, circa una ventina, e i vitelli salgono sui monti di Semione fino ai pascoli di estivazione del Patriziato di Semione, in zona capanna Pian d’Alpe.
Nella vigna non c’è tanto lavoro per me (qualche vespa da uccidere, quando mi capita tra i denti…). Coltivano diversi piccoli vigneti in collina secondo le direttive della produzione integrata (dicono che i nostri vitigni vecchi non si possono convertire al biologico…). E in autunno trasformano l’uva in una bevanda molto apprezzata dagli umani. Io preferisco comunque l’acqua.
All’agriturismo lavoriamo solo su prenotazione. Da una parte ci sono tre camere con complessivamente 14 letti e nell’altro stabile preparano pranzi o cene per piccoli gruppi da 8 a 20 persone. Qui ho un ruolo importantissimo di accoglienza e intrattenimento degli ospiti (se non ci fossi io, non verrebbe nessuno…).
Può darsi che vi interessino questi dettagli (i capi dicono che sono cose importanti…): Dal 2013 utilizziamo i microorganismi effettivi e la polvere di roccia Biolith per migliorare il clima nella stalla. E da due anni stiamo lavorando principalmente con l’omeopatia (pure io ho già beneficiato di quei misteriosi globulini!).

Bene, sarà meglio che ora vado a fare il mio giro di controllo.

Con affetto,

Jack (quello biano e nero)
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